I multipli di Bolaffi Arte sono, per la maggior parte, fotolitografie. Ma cos’è nello specifico una fotolitografia? E qual è la differenza con la più nota litografia?
Litografia e fotolitografia sono tecniche di stampa utilizzate spesso per riprodurre opere d’arte originali. La riproduzione dà vita ai cosiddetti multipli d’arte.
La litografia nasce nel 1796 ad opera di Alois Senefelder, un attore e scrittore di teatro che, spinto dalla necessità di stampare in autonomia le proprie composizioni, inventò e perfezionò la tecnica.

L’idea su cui si fonda la litografia è l’impossibilità di mescolare acqua e grasso. Il procedimento messo a punto da Senefelder prevedeva l’uso di un inchiostro oleoso e resistente all’acido su una pietra particolare, detta calcare di Solnhofen.
La stampa litografica prevede varie fasi e le sue basi restano quelle individuate da Senefelder.
La matrice della litografia è generalmente una lastra, su cui viene disegnata l’immagine che si vuole riprodurre. Quindi la superficie viene trattata con una soluzione chimica che fissa il disegno e viene inumidita con acqua. Le aree grasse (dove c’è l’inchiostro) la respingono e quelle non disegnate la assorbono. Sulla matrice viene quindi passato un rullo inchiostrato: l’inchiostro aderisce solo alle aree grasse e si può procedere a riprodurre il disegno originale sulla carta.
La litografia permette dei risultati di altissima qualità, con dettagli fini e sfumature delicate.
Molti artisti si sono dedicati alla litografia, realizzando dei multipli di grande valore: Henri de Toulouse-Lautrec e Pablo Picasso, per esempio.

In generale la litografia è molto apprezzata dagli autori per la libertà creativa che consente e dai collezionisti perché permette di acquistare opere a costi contenuti e di esplorare aspetti più nascosti della produzione artistica.
La fotolitografia si sviluppa a partire dal XX secolo.
La tecnica combina la fotografia con la litografia tradizionale: la matrice litografica ospita, invece di un disegno, un’immagine fotografica trasferita su una superficie sensibile alla luce.

La matrice viene quindi esposta alla luce attraverso un negativo fotografico: in questo modo l’immagine si fissa sulla superficie. Il risultato è la riproduzione di immagini fotografiche con alta fedeltà e dettagli estremamente fini. È molto usata nell’arte contemporanea, in cui la fotografia ha un ruolo fondamentale.
